Se n'è andato nelle ultime ore, alla veneranda età di 100 anni Aurelio Magni, cittadino di Casalmaggiore, località in cui era nato, vissuto e svolto l'attività professionale di addetto all'anagrafe municipale.
Ma questa è solo una parte, per quanto apprezzabile e degna di essere annotata, di un virtuoso profilo esistenziale, di cui, però, si ricorderà prevalentemente la militanza partigiana, testimoniata nell'Appennino parmense. Esperienza da cui non si sarebbe distaccato per tutta la vita nel corso della quale si sarebbe ad essa richiamato in un apprezzato ruolo memoria diretto ai contemporanei e alle nuove generazioni. Una dedizione allineata all'altro grande amore dell'esperienza di alpino, cui esordì diciannovenne.
La dipartita, quanto resa prevedibile dall'età, ha suscitato vasto cordoglio in tutta la popolazione, nell'istituzione Comunale, nell'Associazione locale Alpini e nell'ANPI.
La cerimonia di commiato è avvenuta oggi mercoledì 24 agosto ed ha visto una folta e commossa partecipazione di cittadini e di autorità civili, che hanno voluto onorare uno degli ultimi partigiani sopravvissuti.
Sarebbe stata una di quelle serate che non si dimenticano, caro Aurelio.
Saresti entrato nel Chiostro di S. Chiara dando il braccio a me, o a Giorgio, o chissà...
Avevamo organizzato in tuo onore uno spettacolo teatrale, sulle donne nella Resistenza.
Sarebbe stata la conclusione di una giornata intensa, il ricevimento in sala Consiliare, il pranzo con gli Alpini.
D'altronde la ricorrenza era di quelle importanti, sabato 4 settembre avresti compiuto 100 anni tondi.
L'ultimo partigiano casalasco vivente, centenario.
Ti saresti seduto in disparte, osservando lo spettacolo e il pubblico, non risparmiando complimenti garbati a qualche ragazza o signora presente. Perché ancora vedevi bene, avresti chiosato.
Eri Resistente. Nel cuore e nell'animo, poetico e generoso.
Dietro il sorriso si nascondeva il ricordo di quei mesi terribili, nei quali tanti giovani, come Tu eri allora, avevano messo in gioco la loro vita.
Lo raccontavi quel periodo l'avevi descritto in poesia.
“il pane era scarso talvolta e il letto secco di foglie...”
Diceva una di queste, dedicata alla memoria dei Partigiani Caduti, che spesso mi chiedevi di leggere il 25 Aprile.
Per quegli ideali di Libertà e Giustizia molti erano morti, ma l'orgoglio di averci lasciato in eredità un'Italia nuova ti riluceva negli occhi, come sul petto quell'onorificenza che il Prefetto ti aveva consegnato 4 anni fa, e che portavi solo nelle occasioni più importanti.
Sgomenti, attoniti alla notizia della Tua scomparsa, ci restano i ricordi.
Ci resta un'eredità, luminosa, pesante e impegnativa.
Ci resta soprattutto di dirti GRAZIE Aurelio, a Te a tutti quelli che a quel tempo non hanno esitato a rischiare.
Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.
G.Ungaretti
Giancarlo Roseghini, presidente della sezione ANPI di Casalmaggiore
RICORDO DI AURELIO MAGNI
Per l'amico e compagno Aurelio Magni il filo della vita si è spezzato a pochissimi giorni dal compimento dei 100 anni. Era nato a Quattrocase il 4 settembre 1921 e sempre vissuto poi a Casalmaggiore dove, per il 4 settembre 2021 in Municipio, si stava preparando un compleanno centenario meritato e festoso. In Municipio peraltro Magni aveva lavorato come impiegato fino alla pensione. Lo si ricorda per la competenza, lo spirito di servizio, la disponibilità verso i cittadini. E lo si ricorda da tutti come persona aperta ed affabile: se lo incontravi il primo suo aspetto era il sorriso... Onestà, trasparenza, razionale equilibrio, robusti legami familiari, coerenza nell'ideale socialista sono termini che lo possono definire.
Ma il periodo di cui era particolarmente orgoglioso e che lo ha “marcato” è quello della partecipazione alla lotta di Liberazione.
L'otto settembre 1943 aveva appena compiuto 22 anni e si trovò di fronte alla drammatica scelta di quei giorni. Nel 1945 scriverà, nella dichiarazione di adesione all'ANPI, e nel 2006 lo sottolineerà in una densa intervista a Giorgio Lipreri, che lui, fatti due anni e mezzo di servizio militare da marconista in Val Venosta, dopo l'occupazione tedesca non fece alcun giuramento alla RSI e si negò ai lugubri bandi nazifascisti.
Iniziò invece subito la sua partecipazione alla nascente Resistenza, già nell'ottobre '43 col gruppo che si forma attorno ad Augusto Bernardi, Regina Ramponi, Giuseppe Rossi... Nello strutturarsi del movimento partigiano nella zona tra Casalmaggiore, Viadana e Bozzolo venne a crearsi un singolare amalgama unitario con garibaldini, matteottini (e Magni ci tiene a definirsi tale), cattolici ed azionisti di GL. Si va da Walter Federici, illustre azionista, alla socialista Regina Ramponi, da Giovanni Favagrossa indipendente al comunista Sergio Vida, campeggia anche il nome di don Mazzolari. Una esperienza davvero straordinaria, si crea la singolare 1a Brigata Garibaldi – Giustizia e Libertà e si ha un primissimo noto episodio di scontro armato ad Osacca a fine '43.
Aurelio sarà integrato nella primavera '44 nella brigata Don Leoni (il suo gruppo vede al comando Giovanni Favagrossa) ed opera nell'area di Bozzolo col compito di organizzare azioni di disarmo di caserme e pattuglie della GNR. Svolgerà poi missioni di collegamento tra Rivarolo Mantovano, Casalmaggiore e Colorno. Magni subisce un arresto, sfugge ad altri episodi e si sposta in Val Taro aggregandosi alla Brigata Beretta. Sta rientrando da lì quando, nella notte tra il 23 e il 24 aprile '45, Favagrossa e Martelli cadono sotto il fuoco tedesco. Aurelio rientra a Casalmaggiore e partecipa alla Liberazione, agli scontri coi tedeschi del Lido Po ed a quelli di Gussola.
Farà poi parte fino a metà giugno delle attività del CLN per l'arresto di elementi nazifascisti e per assicurare un ritorno ad un ordine democratico.
Negli anni successivi Aurelio Magni è sempre stato coerente nei valori dell'antifascismo e della Costituzione ed impegnato militante della Sezione di Casalmaggiore della Associazione partigiani d'Italia.
Giuseppe Azzoni, ANPI Cremona